FAMIGLIE IN CAMPO
|
“Famiglie in campo: le regole del gioco” è stato il titolo del nostro workshop 2020. E nel gioco organizzativo di questo preziosissimo incontro annuale si è inserito il Covid stravolgendo il programma iniziale, che vedeva lo svolgimento del workshop a marzo, e proponendoci nuove regole per organizzarlo in sicurezza a ottobre.
In Consiglio Direttivo la discussione è stata accesa e appassionata tra i consiglieri che proponevano prudentemente di rinviare ancora una volta l’evento, soprattutto per proteggere i pazienti con condizioni che li rendono più vulnerabili, e quelli che spingevano per dare ai soci una possibilità di incontro in presenza. Alla fine ha prevalso l’aderenza alle normative vigenti che ancora permettevano i congressi e ci siamo ritrovati a Peschiera del Garda, come da programma, dando comunque la possibilità a chi restava a casa di partecipare in diretta all’Assemblea dei Soci e di votare per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo, nonché di seguire le relazioni in un secondo tempo sul sito. Una cinquantina circa le famiglie presenti, tra le quali tre nuove che hanno avuto così la possibilità di parlare e confrontarsi con quelle storiche, anche se costrette a immaginare i sorrisi di benvenuto dietro le mascherine. Ha aperto le relazioni in collegamento web il pediatra endocrinologo Marco Cappa che, dopo un aggiornamento sulla situazione Covid (con particolare riguardo alle condizioni dei pazienti associati) ha spiegato come l’attività sportiva influenza la produzione del GH e di altri importanti ormoni e come i genitori devono comunicare alle autorità competenti che i propri figli sportivi assumono il GH, considerato dal mondo sportivo sostanza dopante e quindi vietata. Poi ha parlato la psicologa e psicoterapeuta Roberta D’Aprile, partendo dal parallelismo tra genitori e allenatori sportivi per parlare dell’importanza del tempo dedicato, dell’ascolto e delle regole nell’educazione dei figli. La domenica ha visto le emozionate ed emozionanti testimonianze di Federica A. e Anna P., che ci hanno raccontato come hanno vissuto la consapevolezza di avere la Sindrome di Turner e come questa ha impattato sulle loro scelte di studio e sui loro progetti professionali. Se volessimo scrivere un manuale di supporto per i genitori di bambine con la Sindrome preoccupati per il futuro delle loro figlie potremmo semplicemente trascrivere le testimonianze di queste due splendide ragazze. E’ stato un workshop importante, impegnativo, reso ancora più intenso dalla distanza imposta dal Covid, una distanza che abbiamo sperimentato, però, essere davvero solo fisica e non sociale. Arrivederci all’anno prossimo, allora, sperando di trovarci tutti – anche quelli che quest’anno sono stati costretti a rimanere a casa e che ci sono mancati molto – finalmente con la possibilità di abbracciarci e di rivedere i nostri sorrisi.
Guarda la registrazione dei due principali eventi:
|